Tutte le tracce del fanatismo

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In un momento di crisi,vedo le immagini trasmesse via internet e sono inorridito dal fanatismo demente delle parti coinvolte.Una borsa rosa può causare l’aggressione al suo portatore,un pezzo di stoffa verde o giallo significa che si è al di sopra della legge,o sei contro il pensiero dell’altro.Queste situazioni presentano chiaramente il concetto di fanatismo espresso anche da Amos Oz,secondo il quale “risiede nel desiderio di costringere gli altri a cambiare”.

Questo “forzare le persone”si basa sulla devozione esagerata verso la “tua verità”,la “tua ragione”nella “tua superiorità morale”in contrapposizione agli altri che,a propria volta,riproducono la stessa (ir)razionalità.Seguendo il pensiero di Amos Oz, “il fanatico riesce a contare soltanto fino a uno,il due è già un numero troppo grande.Allo stesso tempo,si è scoperto che,molto spesso,i fanatici sono irrimediabilmente sentimentali. “Questo è evidente nella scelta dei colori e dei simboli,nelle lacrime mentre canta un inno (basta che sostenga la sua verità)e,dall’altra parte,nella visione messianica e salvifica che è presentata agli altri.Senza dubbio,queste immagini sono sfruttate dai governanti e le reti di comunicazione che nascondono i loro interessi,i gruppi che vogliono rimanere al potere o “prendere”il potere.

La difesa delle posizioni sfugge dalla razionalità.Intorno alla difesa della democrazia e dello stato di diritto si uniscono istituzioni e individui per niente “democratici”,il che mette in discussione la comprensione di questa “democrazia”specifica.Per lo stesso motivo,democrazia è parola farlocca per il pensiero conservatore che critica la situazione attuale e proporre l’impeachment,il colpo di stato militare,il fascismo palese e la persecuzione politica.Senza dimenticare la paura come tema generatore del dibattito:temono che questo diventi Cuba,la paura che la bandiera diventi rossa,la paura che tutto peggiori con un golpe,la preoccupazione per una nuova dittatura.

Ma come siamo arrivati a questo?

Riprenderò alcuni frammenti di un testo del19Febbraio2006 (Moraes,2006),pubblicato sulla rivista Letra Livre,di Robson Achiamé,in piena crisi politica del governo Lula.Storicamente,

Il Partito dei lavoratori (PT),come proposta di qualcosa di diverso (?)è arrivato al cuore del potere politico:ha eletto Lula presidente della repubblica.Quel momento,secondoCláudio Batalha (2003),ha rappresentato il coronamento di un processo che ha avuto inizio dalla fondazione del Partito Socialista nel1902 (!).Il lungo periodo storico di riferimento crea l’illusione di un progetto politico che ha attraversato il XX secolo.Questa idea costruisce un mito intorno al PT come risultato di questo processo e,di conseguenza,Lula come leader operaio che compie,teleologicamente,questa realizzazione.

Ma veniamo a quanto detto da Mauricio Tragtemberg in un articolo-Folhetim (Folha de S.Paulo,14/11/1982)nel quale,con verve anarchica,ha richiamato l’attenzione sul fatto che un partito che faccia la scelta elettorale,creando parlamentari,si distaccherà sempre più dalla classe di origine,in questo senso “formare,in ogni lavoratore un sindaco,un deputato o un senatore,un ex lavoratore.” (nota del traduttore,la dittatura in Brasile è ufficialmente durata fino al 1985).

Nello studiare la traiettoria del PT,troviamo una struttura burocratica che è via via migliorata e di conseguenza si è allontanato sempre più da coloro che sosteneva di rappresentare:i lavoratori.Ancora alla metà degli anni ’80,il PT assumeva un programma politico che puntava sull’elezione di Lula come presidente.Quel momento rappresentava la costruzione del progetto denominato “Democrático e Popular” (approvato come tesi al5º Encontro Naciona del PT)e divenne la moneta corrente delle campagne elettorali e diede nome ai futuri progetti di governo.

Per questo cammino laCentral Única dos Trabalhadores (CUT) (n.d.t.è la maggior centrale sindacale del paese)è stata fondamentale.Fondata nel1983,la centralizzazione e la burocrazia hanno preso via via forma all’interno di questa organizzazione,che ha inoltre espulso i funzionari non allineati.Nella stessa direzione,compagni valorosi di scioperi e militanti di base dei sindacati perderono il posto di lavoro e,ancora peggio,di essere licenziati con l’approvazione del loro sindacato.

La funzione di opposizione legata alla CUT è stata dimenticata.Un nuovo pensiero ha plasmato la casta sindacale.Il suo attaccamento alle istituzioni burocratiche e la costruzione di un percorso che la portasse al potere ha sostituito il tempo delle lotte.Così,le prime proposte per la formazione politica di base venivano lasciate da parte,dimenticate in qualche archivio polveroso,insieme alla partecipazione diretta dei lavoratori,alle occupazioni di fabbriche,alla rotazione nelle funzioni sindacali-formazione,ecc

La scelta era semplice:indorare la pillola.

Scioperi e dimostrazioni hanno cominciato ad essere considerate un peccato originale contro il capitale e gli interessi reali dei lavoratori (e dei datori di lavoro).Pertanto,è stato necessario dimostrare che i lavoratori erano pronti a sedersi al tavolo dei negoziati e,elegantemente,discutere di politica economica con l’elite brasiliana e internazionale.Lasciare le strade e ad abbandonare gli scioperi.La strategia era semplice:compiacere le élites e le grandi aziende,senza danneggiare i loro interessi (gli alti profitti)in Brasile.

Nelle lotte quotidiane,i dirigenti sindacali ben preparati nell’arte oratoria affrontano assemblee di lavoratori,smobilizzando scioperi.Così è stato con gli insegnanti,le acciaierie,i bancari,i chimici,i petroliferi,tra le altre categorie,che hanno tutte sofferto sconfitte ed hanno accumulato perdite sempre più profonde in termini di qualità della vita e del potere d’acquisto dei loro stipendi,oltre all’aumento della disoccupazione.

Utilizzando la strategia leninista della3°Internazionale,molti leader sindacali si sono serviti dei sindacati come “cinghia di trasmissione del partito”e,con la strada aperta e il processo elettorale come obiettivo,hanno iniziato ad eleggere “compagni”in Parlamento:consiglieri,parlamentari,sindaci.Questi,come ha criticato Bakunin,sono diventati immediatamente socialisti borghesi.Secondo Bakunin in un testo del1869,

I socialisti borghesi vogliono il mantenimento delle classi,perché ognuna deve,secondo loro,rappresentare una funzione sociale diversa.Volevano,conservandole,alleviare,ridurre e dissimulare la base storica della società attuale,la disuguaglianza e l’ingiustizia,che noi vogliamo distruggere.Ne consegue che tra i socialisti borghesi e noi non è possibile alcun accordo,di conciliazione o di qualsiasi coalizione.

In un’altra opera,sempre del 1869:

I lavoratori deputati,trasportati alle condizioni di esistenza borghese e l’atmosfera di idee politiche completamente borghesi,finendo di essere lavoratori di fatto per diventare uomini di Stato,diventeranno borghesi,forse ancor più dei borghesi stessi.

Nel corso degli anni,PT e CUT hanno camminato di pari passo costruendo l’arrivo del gran giorno in cui salire la rampa del Planalto (n.d.t.Dove si trova Brasilia,la capitale,la città creata durante la dittatura per ospitare la casta politica ed i vertici della burocrazia statale).Senza dubbio durante questo percorso i lavoratori hanno opposto resistenza alle politiche neoliberiste di Fernando Henrique Cardoso,le privatizzazioni,il collasso economico del Brasile,etc.Queste lotte furono criticate da CUT e PT,e da altre figure politiche (non solo partiti).C’era ancora una volontà di opposizione alle politiche neoliberiste,ma con obiettivi politici elettorali.

Concluso il governo Cardoso,la candidatura di Lula non spaventava più nessuno.Da molto tempo Lula e i suoi non erano più lavoratori (lavoravano nell’apparato sindacale e/o nei parlamenti (n.d.t.Il Brasile è una federazione di stati regionali)).I laboratori di governo del PT “democratico e popolare” (comuni e stati),chiaramente non rappresentavano un pericolo.Da un lato, “la speranza ha superato la paura”delle élite e,dall’altro,l’illusione ha convinto gli esclusi dal banchetto.Il progetto “Lula Presidente”vinse.Tutto era lo stesso,con un nuovo look.Il22giugno2002al fine di calmare i mercati finanziari e di fornire garanzie:

Il nuovo modello non può essere il prodotto di decisioni unilaterali del governo,come è accaduto fino ad oggi,né lo sarà con attuazioni per decreto,in modo volontaristico.Sarà il frutto di una ampia negoziazione nazionale,che deve portare ad un’alleanza autentica per il paese,un nuovo contratto sociale in grado di assicurare una crescita con stabilità.

Premessa di questa transizione sarà naturalmente il rispetto dei contratti e degli obblighi del paese.L’agitazione recente del mercato finanziario deve essere contestualizzata nella debolezza del modello attuale e nel clamore popolare per il suo superamento.

Con la sua elezione,le politiche dell’era Cardoso sono continuate a passi da gigante!Sono stati compiuti progressi nella lotta contro la povertà con la Bolsa Família,qualcosa di positivo in un governo social-liberale e democratico basato sul concetto di Imposto de Renda Negativo di Milton Friedman (link http://legis.senado.gov.br/mateweb/arquivos/mate-pdf/8963.pdf,acesso em18/03/2016.Sobre o Imposto de Renda Negativo,Friedman trata brevemente em Capitalismo e Liberdade.).Hanno ampliato le università federali e i posti di lavoro,non sempre con la partecipazione diretta o con la discussione democratica,così è successo con il REUNI-o accetti o rimani senza risorse economiche-una tattica politica costantemente utilizzata dal governo (attualmente la Società Brasiliana di Servizi Ospedalieri-EBSERH-segue lo stesso modello:si crea un problema di mancanza di risorse economiche negli ospedali universitari e poi si offre una soluzione o “LA”soluzione al problema,in questo caso,la trasformazione in società pubblica di diritto privato).

A questo proposito,la riforma delle pensioni,che Cardoso non è stato in grado di realizzare (anche grazie alla opposizione del PT),è apparsa come una tragedia,poi trasformatasi in farsa nel governo Lula nel2003.Consapevole della necessità mitica delle sue azioni,si realizzo una marcia per consegnare la proposta al Congresso,sostenuta dall’immagine epica costruita dalla stampa.

Secondo Marques Mendes in realtà

La riforma si caratterizza per essere un passo decisivo nella distruzione dello Stato (che ha avuto inizio nel governo Collor),ignorando completamente la necessità di promuovere una universalizzazione della copertura legata a rischio-vecchiaia e l’adozione dell’agenda dell’FMI,della Banca Mondiale e degliaraldi del capitale finanziario per quanto riguarda i fondi pensione.

Nonostante il buon lavoro per il capitale finanziario e per le grandi società come la continuità delle politiche neoliberiste dei governi precedenti,non tutto era/è un letto di rose (rosso)e gli altri settori delle élite,temporaneamente allontanati dal centro del potere,mantengono l’articolazione dei loro interessi.Dopo tutto,il “Padroni del Potere” (espressione del libro di Raimundo Faoro)vogliono continuare a utilizzare lo Stato come estensione e difesa dei loro propri interessi.E al massimo soddisfare alcune richieste popolari,come un favore-un contentino in tempo di elezioni.Questa concezione del “pubblico”e del ruolo dello Stato in Brasile è sempre stato l’arena per pochi,e gli ex membri del sindacato non fanno parte di questo gruppo selezionato,che ritengono di essere buoni socialisti e credevano di essere finanche borghesi.

L’errore di credere che averli al loro fianco sarebbe bastato

Non era abbastanza.Anche con tutto l’apparato economico,militare e giuridico creati (dal governo PT)negli ultimi anni per difendere lo Stato (e gli interessi corporativi delle multinazionali e delle banche)questi si ritrovano ora con le spalle al muro,pieni di denunce.Sono diventati ostaggio degli accordi presi con i settori conservatori della comunità imprenditoriale desiderosi di profitto e di esercizio di governo.Ma non sono vittime.Sono responsabili di aver creduto che la semplice partecipazione al mondo parlamentare sarebbe stata sufficiente a trasformare le relazioni sociali e a creare una società più egualitaria.

Cosa rimane?

Il questo momento l’ex governo Dilma e il PT non hanno forza sociale per realizzareuna grande mobilitazione in difesa del mandato.Per quanto possa arrampicarsi su aspetti giuridici e costituzionali e opporsi alle ultime accuse,il suo governo si è concluso.Tuttavia,rimane un lascito per il futuro che non assumerà necessariamente i colori del conservatorismo e del fascismo.Abbiamo ereditato uno stato giuridico-militare che disprezza la democrazia,così come non rispetta i diritti individuali e collettivi.Per fronteggiare tutto questo i nostri movimenti devono espandere gli spazi democratici e garantire che funzionino in senso orizzontale e siano in grado di coinvolgere la popolazione rispetto ai problemi urbani,rurali,sindacali,politici ed economici,indicando i bisogni reali e creando soluzioni.Questa è la paura maggiore dei gruppi che detengono il potere (e di coloro che vogliono arrivare al potere):la possibilità di essere contestati e di costruire opposizioni alle loro politiche,con dimostrazioni e disobbedienza civile.E la nostra più grande sfida contro lo Stato di Eccezione che viene sempre più spesso esercitato contro l’attivismo sociale,è quella di rafforzarci,tra sfruttati,allontanando le illusioni create dai partiti parlamentari.

José Damiro de Moraes

Riferimenti

BAKUNIN,Mikhail A.Educação Integral.In:GARCÍA MORIYÓN,F. (org).Educação libertária –Bakunin e outros.Porto Alegre:Artes Médicas,1989.

BAKUNIN,Mikhail A.Os enganadores.A política da Internacional.Aonde ir e o que fazer? Trad.Plínio Augusto Coelho.SP:Editora Imaginário;Faísca,2008.

BATALHA,Claúdio H.M.Formação da classe operária e projetos de identidade coletiva.In:Jorge Ferreira;Lucília de A.Neves Delgado. (Org.).O Brasil Republicano:O tempo do liberalismo excludente.1ª ed.Rio de Janeiro,2003,v.1,p.161-189.

MARQUES,Rosa Maria;MENDES,Áquilas.O governo Lula e a contra-reforma previdenciária.São Paulo.Perspec. [online].2004,vol.18,n.3,pp.3-15.ISSN1806-9452. http://dx.doi.org/10.1590/S0102-88392004000300002.Acesso18/03/2016.

MORAES,José Damiro de.Os anos Lula:um governo democrático e popular.Letralivre,ano11,nº44,Rio de Janeiro,fevereiro,2006.

OZ,Amós.Contra o fanatismo.Trad.Denise Cabral.RJ:Ediouro,2004.

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